Il 15 settembre uscirà nelle sale italiane “ Maigret e la giovane morta” trasposizione cinematografica del romanzo Maigret et la jeune morte scritto da George Simenon durante il soggiorno americano nel 1951. L’opera diretta dal regista Patrice Leconte vedrà nei panni dell’immortale Commissario Gérard Depardieu, figura che calza perfettamente nei panni della creatura di Simenon. Per tutti noi, Maigret è solo uno, Gino Cervi, come forse per una certa generazione precedente è Jean Gabin, benché lo stesso Simenon avesse incoronato Gino Cervi come miglior interprete del suo più fortunato e longevo personaggio.
Il Maigret di Cervi, quello dei nostri genitori è stato sostituto per noi ultima generazione del XX secolo da Bruno Cramer -altro straordinario attore francese – ma il destino ha voluto che il personaggio francese più celebre rimanesse identificato nell’immaginario collettivo con il volto del grande attore italiano.
Il Maigret di Laconte rispecchierà lo stile tragico e drammatico che i il registra già tratteggiò, quando portò sullo schermo un’altra pellicola tratta dalla penna di Simenon, L’insolito caso di Mr. Hire , uscendo dallo stringente canone del poliziesco a tinte noir. Ma la forza di Maigret è Maigret stesso, e la grande capacità di Gino Cervi è stata quella di portare sullo schermo lo stile unico, di un personaggio estremerete scevro dall’ assimilazione al tradizionale canone del poliziesco e dalla canonica e anglosassone Detective’s Story.
Cervi ha impersonato un Maigret riscontrabile in ogni pagina dello scrittore belga, facendone trasparire quell’umanità e quella semplicità autoritaria che hanno fatto la fortuna di un personaggio comparso ininterrottamente dal 1929 con Pietro il Lettone al 1972 Maigret e il signor Charles in ben settantacinque romnzi e ventotto racconti, una saga impareggiabile e imperitura nel tempo. Il fascino di Maigret può essere riassunto nelle parole che lo stesso Simenon ebbe per il suo personaggio “a Maigret ho dato un’altra regola: non bisognerebbe mai togliere all’essere umano la sua dignità personale. Umiliare qualcuno è il crimine peggiore di tutti”. Maigret non umilia, rispetta, non fa distinzioni di sorta e sopratutto tra una boccata e l’altra di una delle sue immancabili pipe pensa, riflette, da libero sfogo alla sua impareggiabile mente.
Maigret è un eroe umano, troppo umano, un guardiano silenzioso che vigila sulla sua Parigi, una città quasi idilliaca, passeggiando sulle rive della Senna oppure seduto alla poltrona del suo ufficio nel quartiere generale del “ Que des Orfevrés”. Maigret “ aveva bisogno di uscire dall’ufficio, di sentire che aria tirava, di scoprire, a ogni nuova inchiesta, mondi diversi”, perché ogni indagine di Maigret è un viaggio, una nuova puntata alla scoperta del genere umano , dalle prostituite ai notabili, dai personaggi misteriosi, alle immancabili “ portiere “ dei condomini parigini, brulicanti fonti d’informazione e sempre osservate speciali dal commissario. Maigret non ha peccati, anzi solo uno, quello di gola, nelle sue indagini non manca il brulicare di piatti succulenti e birre fresche, di formaggi divorati nelle portinerie durante le indagini, alle pietanze preparate con coniugale devozione dalla Signora Maigret, personaggio perfetto nel pantheon di Simenon.
Gino Cervi seppe riempire i panni di Maigret, vestire le sue abitudini e dare al personaggio quel volto umano e quotidiano, destreggiarsi fra ambienti d’ogni tipo mantenendo quel “rispetto” che è il marchio di fabbrica del più celebre commissario del mondo. Nessuno come Gérard Depardieu ha tutte le caratteristiche per vestire i panni di Maigret, per consegnare al terzo millennio un personaggio intramontabile che vive immerso nella sua Parigi, fra i Bistrò e la Prefettura sulle onde della penna indomabile e furente di George Simenon. Se Depardieu sarà se stesso sarà un grande Maigret, se saprà far emergere quel lato umano e curioso allora si iscriverà di diritto sul podio degli interpreti che hanno dato vita sullo schermo al Commissario Maigret.
Nell’attesa non ci resta che approfittare dell’estate per una maratona Maigret – fai da te – ma resa possibile dalla presenza delle avventure in versione televisiva e cinematografiche disponili sulle varie piattaforme. Per godere del nostro Gino Cervi basta andare su YouTube e innamorarsi di un Maigret unico ed impareggiabile. Cervi ha interpretato Maigret in quattro serie di sceneggiati in un bianco e nero – dal fascino unico – ne Le inchieste del commissario Maigret dal 1964 al 1972, e in un film – unica opera a colori – Maigret a Pigalle film del 1967 diretto da Mario Landi regista degli sceneggiati. Tratto dal romanzo Maigret al night-club, luoghi amati dal Simenon e frequentati con poliziesco distacco, ma approccio sempre umano e comprensivo dall’ impareggiabile Jules Amédée François Maigret. Giusta premessa per approcciarsi al nuovo Miagret, per calarsi in quell’ambientazione oggi un pò d’antan, in cui navigava – come Simenon sulla sua chiatta – quel commissario in cappotto di velluto, bombetta e pipa. Buona visione.