Il 22 ottobre del 2022 è già storia, ogni istante di questo giorno rimarrà impresso nella mente di tutti noi come il giorno in cui Giorgia Meloni ha giurato come Presidente del Consiglio, prima donna, prima conservatrice. L’unico paragone politico in tutta la storia repubblicana è quello con Bettino Craxi che nel 1983 fu il primo socialista a conquistare Palazzo Chigi. Quelli erano gli anni ’80 e per tutti resteranno gli ”anni ruggenti dei socialisti”, oggi siamo negli anni ’20 del XXI secolo e solo il tempo ci dirà se questi saranno gli anni ruggenti dei conservatori. Di sicuro, nessuno dieci anni fa e forse neanche cinque anni fa avrebbe scommesso cinquanta centesimi su un governo conservatore guidato da lei, Giorgia Meloni.
Questa è una storia che inizia da lontano, forse nel quartiere garbatella, o forse alla sezione di Colle Oppio dove parti l’avventura politica della neo Presidente, e passa per momenti fatidici della storia della destra come la la ”svolta di Fiuggi” la grande intuizione di Pinuccio Tatarella e Gianfranco Fini, ma anche per il coraggio di tre persone: Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Ignazio La Russa. I tre che lasciarono il Popolo della Libertà per fondare quel partito che oggi guida la rinnovata destra italiana. La storia si sa è fatta di scelte e il destino degli uomini si condensa in pochi istanti in cui si spiega quell’unica particella autonoma che è propria dell’individuo, il libero arbitrio. Più quelle scelte sono ritenute folli, più si rivelano vincenti. Del resto non si cambia nulla se si ha paura, e la paura di certo non trova ostello a destra. Come disse saggiamente Giorgio Almirante ” la destra o è coraggio o non è”.
Ed è anche il lavoro di un mondo conservatore che si è organizzato – noi ne siamo la dimostrazione – , ha costruito un percorso culturale che ha portato un mondo di nicchia com’era quello conservatore per tante ragioni che qui abbiamo spesso raccontato a divenire maggioranza. Perché lo spirito conservatore è la speranza nella tempesta, la solidità mentre tutto va in pezzi. Questa è una vittoria che raccoglie tanti percorsi umani che hanno chiesto, preparato e sognato questo giorno.
Il coraggio e la coerenza hanno ripagato, in tempi in cui tutto è liquido, sopratutto la politica, un leader che non vacilla, che non si fa abbindolare dalle sirene del potere, che non intende cedere sui principi e sui valori, che al governo guarda si, ma solo con il voto degli italiani, alle gente piace, perché la gente è stanca di banderuole attaccate alle poltrone e sopratutto di salvatori calati dall’alto. Troppe alterazioni della democrazia, troppe per un paese in cui la normalità diviene sempre più un eccezione.
Oggi si è fatta la storia, ma non è un punto di arrivo ma un punto di partenza, l’inizio di una nuova grande sfida che questo governo dovrà affrontare contemporaneamente al peggior momento storico dal dopoguerra. Sarà questo il grande banco di prova politico della nuova destra conservatrice, compiere la rivoluzione culturale, riformare la Repubblica e salvare la Nazione dalla crisi energetica e inflazionistica. Nulla è rinviabile, tutto è necessario, di più urgente. Lo sa Giorgia Meloni, che ha dimostrato la sua forza e la sua determinazione in queste fasi decisive per la formazione del governo, mostrando un volto deciso, che ha già conquistato un consenso e un’approvazione ben più ampia di quella raccolta nelle urne il 25 settembre.
L’altro importante risultato ottenuto oggi è il ritorno della politica dopo un decennio e più di tecnici, di “saggi”, finalmente la politica si riappropria del suo ruolo, delle sue funzioni, riprende coraggio, un segno importante per la nostra democrazia.
Adesso alle parole dovranno seguire i fatti, la politica del ”fare”, perché il popolo italiano non fa più sconti, e non vuole più essere deluso e umiliato ed è per questo che si è affidato all’abbraccio materno di Giorgia Meloni, come lei stessa ha detto ” si governa un paese come si cresce un figlio”. Che Dio benedica l’Italia e il suo Presidente del Consiglio, la prima donna, la prima madre, prima conservatrice.