Doveva essere – o per meglio dire così lo annunciava a squilli trombe una certa stampa araldo della sinistra – il giorno del grande duello. Una sorta di O.K. Corral in salsa parlamentare fra le due “dame” della Repubblica. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la Segretaria del partito democratico Elly – detto il nulla – Schlein. A parte la novità che è sempre una buna cosa, cioè quella di avere due donne alla guida dei due maggiori partiti del paese e una delle due ( fortunatamente quella giusta) del paese, ma soprattutto dei due fronti politici, quello conservatore e quello progressista. Ma la novità finisce qui. Il confronto per ora non è neanche ipotizzabile. Giorgia Meloni – con buona pace di repubblica- è su un altro pianeta, una spanna sopra, ed è una distanza che appare incolmabile.
Chiunque ha ascoltato la Premier question time, ha guardato il cielo e tirato un sospiro di sollievo nel sapere che Giorgia Meloni è alla guida del paese, ed Elly Schlein all’opposizione. L’abisso politico fra le due donne è incolmabile, ma soprattutto cioè che è evidente e lo è già da tempo, non è tanto la narrazione radicale della neo segretaria del pd, ma l’assenza totale di contenuti nella sua oratoria politica. Ascoltare le parole Elly Schlein oltre ad essere la conferma ( lo avevamo già scritto) delle criptiche affermazioni di Martin Heidegger sul “ nulla che nulleggia” significa tuffarsi in una vera e propria fiera delle banalità, un susseguirsi interminabile di slogan, che lascia trasparire l’assenza di realismo, elemento di certo non trascurabile in politica, anche se sei all’opposizione, anche se devi attaccare.
Se questo è il nuovo pd, se questa è l’opposizione, allora Giorgia Meloni e i suoi alleati possono dormire sonni tranquilli, e Matteo Renzi e Carlo Calenda possono sfregarsi le mani, perché “ il tempo degli onori” è già finito.
Se l’esordio è stato Firenze e il seguito lo sciacallaggio su Cutro è chiaro a tutti che siamo in presenza di un “centro sociale” parlamentare, in balia di un formula mixata di comunismo green e liberal-globalismo in salsa sorosiana.
Da Obama la Schlein non ha appreso molto, né nei toni, né nella capacità innegabile dell’ex presidente Usa di saper argomentare e convincere. Obama sarà il sogno per ora irraggiungibile, ma la realtà sono le Sardine, vero volto del nuovo, sempre vecchio, eterno e naftalinico partito democratico. Del resto l’album di famiglia è quello, e da una pietra non può essere certo cavato del sugo.
Prepariamoci ad una stagione di manifestazioni, scioperi e barricate, il copione è già scritto. Come al solito la sinistra va da una parte, l’Italia dall’altra. Per ora a destra.